Vistamare presenta una mostra personale di Armin Linke. Saranno esposte nella sala centrale della galleria quattro fotografie di grandi dimensioni, scattate in luoghi diversi del mondo: i tecnici dell’osservatorio astronomico di Paranal nel deserto di Atacama in Cile; gli scavi per la costruzione di un ascensore per le navi nella diga delle Tre Gole in Cina; il lago di Aral in Uzbekistan; i territori attorno al muro eretto nel Sahara Spagnolo.

L’interesse delle immagini prodotte da Armin Linke non è semplicemente nella sensazione immediata di spaesamento, di perdita della misura e di senso di profonda fragilità di fronte a fenomeni che sono oltre il nostro controllo individuale, ma soprattutto in uno sguardo che insegue una profonda intuizione della realtà. Questa intuizione diventa a volte uno sguardo politico sul mondo, allontanando l’idea di una semplice documentazione e mostrando senza timore una forma di innamoramento critico nei confronti del reale.

La curiosità verso la straordinaria varietà del mondo non porta tuttavia a perdersi: ogni immagine crea un senso di sottile distanza verso una visione che si offre ma nello stesso tempo pretende di essere compresa con rispetto.

In tutte le immagini presentate i grandi cambiamenti geopolitici e antropologici svolgono una funzione primaria insostituibile, poiché rappresentano un modo per selezionare i luoghi concentrandosi sulle grandi trasformazioni che lo investono. Solo a questo punto lo sguardo riesce a selezionare e a focalizzare tutte le dinamiche minori che avvolgono i grandi cambiamenti.

La ricerca di documentare situazioni in cui i confini tra finzione e realtà si assottigliano fino a diventare invisibili viene espressa anche nel video “Bagdad” (2002) realizzato a Bagdad un anno prima della guerra, all’interno dell’Hotel Sheraton. Il video è girato nell’ascensore dell’albergo e guarda parzialmente sull’Hotel Palestina, che rappresenterà la roccaforte dei media durante la guerra in Iraq. Il continuo salire e scendere per il grattacielo crea una serie di immagini verticali scandite dal flusso continuo del suono; anche in questo caso lo sguardo offre la possibilità di rieducare la propria visione della realtà esterna cercando di non fermarsi ad una accomodante, modernista visione di un mondo che cresce in una sola direzione.