La galleria Vistamare inaugura, sabato 11 dicembre alle ore 18.30 la mostra personale di Mimmo Jodice, celebre fotografo italiano nato a Napoli settantacinque anni fa.
In mostra più di 30 fotografie, tutte in bianco e nero e stampate per la maggior parte a mano dall’autore. La mostra si concentra su due temi di fondamentale importanza all’interno della sua carriera artistica: Mediterraneo e Mare.
Mediterraneo raccoglie una serie di fotografie avviata a metà degli anni Ottanta, un viaggio nell’antica cultura greca, le sue fioriture ed i suoi innesti, un itinerario attraverso luoghi e tempi diversi. Come tutte le fotografie di Jodice queste immagini nascono nel corso di un pellegrinare, mai nevrotico, costellato semmai di felici divagazioni e gran parte del lavoro, come di consueto, l’artista lo svolge in camera oscura dove accende le sue luci, infonde il giusto grado di contrasto, cesella un rilievo o spiana una superficie. Non vediamo rovine ma ciò che della cultura antica rimane nel pensiero, nei modi e nella memoria estetica dell’autore.
Se si pensa che molte di queste immagini sono state scattate nei musei, si comprende la tenace persistenza del passato nel tempo attuale.
L’idea di un tempo circolare, del cammino ciclico della natura, è alla base anche della serie di fotografie dedicata al Mare che da oltre dieci anni si arricchisce di nuove immagini. Il mare nelle fotografie di Jodice è di solito osservato dalla riva e da questa posizione lo si vede fluire e rifluire. L’autore, fermo davanti al mare, aspetta che l’onda sia in grado di disegnare una bella immagine, proteso verso il recupero di un tempo dilatato, rallentato, riflessivo, che vivifica quello dell’azione.
Tutto ciò che incontriamo è un paesaggio interiore, una metafora per descrivere il rapporto dell’artista con la fotografia e con il mondo: “Mi accade che l’obbiettivo della macchina fotografica, che dovrebbe guardare fuori, osservare il mondo reale, finisca invece con il guardare dentro e proiettare nel mondo una dimensione atemporale. Eppure i luoghi non ci tradiscono: conservano la loro oggettività, l’isola è pur sempre l’isola, ne riconosciamo la geografia e la storia, la materia e l’umore.” (Mimmo Jodice, Isolario mediterraneo).