La galleria Vistamare è lieta di presentare la mostra personale di Sanna Marander: come lo stesso titolo ci suggerisce, il contenuto di questa mostra resta, letteralmente, da definire.

Sebbene il nesso causale delle opere sembra essere l’incognita X, vi è uno scarso interesse per la logica, quanto piuttosto un desiderio di attraversare un confine verso lo stato d’animo onirico in cui fatti e conoscenze non abbiano la loro consueta autorevolezza e non seguano l’ordine stabilito. I disegni su carta da parati del 2006–2007 pongono domande e poi offrono risposte nella forma di ulteriori domande  o apparenti assurdità: ” Il mio dubitare è inappropriato?”; ” Dubitare di tutto”.  Come fossimo tutti studenti  smarriti di matematica, o come avessimo fatto un sogno in cui sappiamo che nulla può essere risolto, presto scopriremo infatti che in realtà la X sta per una domanda senza risposta, un dubbio. In un ciclo di opere più recenti, l’artista continua la sua esplorazione dell’intimità del pensiero e delle sue conseguenze potenzialmente assurde.

In W.B.’s valise (wall) del 2009, la valigia nera dal contenuto ignoto che scomparve con Walter Benjamin nel 1940, il quadro di Magritte La clef des Songes, e la parola persiana per “valigia” (parola soggetta alla censura nell’odierno Iran), vengono messi in relazione tra loro, una serie di elementi apparentemente indipendenti ma al tempo stesso stranamente collegati. Una lettera scritta quasi 200 anni fa dal filosofo Soren Kierkegaard acquista nuova vita nel lavoro To Ms. X , e invita il pubblico femminile a partecipare. La busta e la valigia si presentano entrambe, come la X, quali contenitori per contenuti e destinazioni sconosciuti. E la ripetitività delle X è accompagnata dalla ripetizione di un’immagine, quella del biglietto d’invito, la quale, anche se letteralmente ripetuta, svolge un ruolo diverso in ogni situazione. Proprio come il tema della ripetizione di Kierkegaard, figura molto importante nel mondo di questa artista.