‘Nelle nostre camere vengono a cadere
Sfiniti dopo lunghi voli sui mari
Gli uccelli sconosciuti di lontane regioni.’
Giorgio De Chirico
(The Absence of Birds)
Vistamare presenta una mostra basata sulla differenza, una raccolta di opere d’arte e concetti delle diverse espressioni di artisti di diverse generazioni, nazionalità e generi, di artisti i cui lavori riflettono le differenti concezioni del processo creativo.
In questo insieme di opere d’arte tali differenze diventano evidenti e articolate. Ancora di più, dinanzi a un panorama tanto differenziato, si riescono a percepire la forma e la dinamica di ciò che il processo creativo racchiude in sé.
Si inizia a comprendere che, malgrado alcune ovvie differenze, esiste una considerazione condivisa, anche se individualmente generata, dell’importanza e del potere dell’autenticità che proviene dalla consapevolezza che ogni artista ha delle proprie radici culturali.
In uno spazio che articola il discorso dell’arte che trascende dalle similitudini formali e visive, si possono quindi confrontare tali idee che sono espressione dell’arte per ognuno di questi professionisti.
L’artista concettuale americano Joseph Kosuth ha organizzato per Vistamare, a Pescara, una mostra che prosegue le tanto acclamate serie internazionali di accurate istallazioni da lui iniziate nel 1989 con “The Play of the Unsayable” (L’opera dell’indicibile) al Vienna Seccession e al Palais Des Beaux Arts a Brussels e con “The Play of The Unmentionable” (L’opera dell’innominabile) nel 1991 al Brooklyn Museum.
Per questa istallazione a Vistamare Kosuth ha scelto artisti provenienti da diversi paesi: Wolfgang Berkowski dalla Germania, Artemis Potamianou dalla Grecia, Giorgio de Chirico e Giovanni Anselmo dall’Italia, Sanna Marander dalla Svezia, Ronald Jones e Cindy Smith dagli Stati Uniti, Marc Goethals dal Belgio e Meret Oppenheim dalla Svizzera. Sono cinque uomini e quattro donne. Alcuni dei lavori di questi artisti sono espressione di Modernismo, altri di Postmodernismo e altri ancora sono espressione della transizione fra i due periodi. Alcuni dei lavori sono distintivi del ventesimo secolo mentre altri iniziano già a definire il ventunesimo.
Un approccio individuale alla domanda “cosa è l’arte?” è qui espresso con tutte le differenze che ogni individuo, ancorato ad un preciso istante e ad un preciso discorso, può sperare di raggiungere. Dalla metafora politica degli orsacchiotti con museruole fatte a mano di Cindy Smith, alle raffigurazioni pittoriche dell’architettura onirica di De Chirico che può aggiungere o sottrarre; a Sanna Marander e alla sua sala di proiezione con il discorso filosofico dei pensieri di grandi dimensioni all’interno di piccole storie, alla frammentata e complessa superficie dell’ “altro” artistico di Meret Oppenheim, a Wolfgang Berkowski e al suo puzzle linguistico di significanti allo stesso tempo accessibile e inaccessibile, con nozioni di astratto e concreto in egual misura; al falso formalismo linguistico di Ronald Jones dall’inizio del suo progetto sul significato, ad Artemis Potamianou e alla sua grafica austera con la quale ha realizzato un modello del funzionamento dell’arte e perfino della vita; all’enigma di Giovanni Anselmo che è proprio della terra ma può vivere soltanto all’interno della cultura e infine a Marc Goethals e alla sua vista interiore di un volo esteriore, che ci mostra gli uccelli proprio attraverso la loro assenza.